venerdì 23 marzo 2007

PESCE PALLA




Dicono che assomiglio a quei boriosi
che si danno le arie a tutt'andare
spargendo fango addosso ai laboriosi
che sgobbano per tutti senza urlare.

Perchè han famiglia, debiti e problemi.
Che mogli e figli son la loro dote
Per questo a volte passano per scemi
tirando avanti con le tasche vuote.

Sperano sempre e intanto il tempo passa,
diventan vecchi a furia di penare
La boria, invece, picchia la grancassa
ostentando ricchezza e gran da fare.

Mi gonfio se mi devo far vedere
più grande e grosso e più pericoloso;
chi vuole divorarmi ha da temere
che io gli sia indigesto, o velenoso.

Quando, in realtà, cambiando l'apparenza,
mi mimetizzo, agli occhi dei predoni,
io metto in salvo questa mia esistenza,
sfruttando, a pien, della Natura, i doni.

Simile è l'uomo a me, se ben guardate.
Si gonfia, oppur si sgonfia, all'occorrenza.
Basta che voglia recitar scenate,
oppure debellar la concorrenza.

Specie in amore, quando si trastulla,
di triglia gli occhi fa, merluzzo pare,
come una palla, in mano a una fanciulla,
rimbalza il cuore suo, se vuole amare.

Quando in affari tutto gira bene
si gonfia il portafogli di denaro...
basta una palla, presentata bene,
e in Borsa far bottino, da corsaro.

Per questi mari sanno navigare,
tra pesci e palle, con gran maestrìa,
che, questi pesci, non si fan pescare:
nè da Finanza e nè da Polizia.

Nuotano in fondo, e tornan sempre a galla,
con un'abilità che non ha eguali.
Somigliano, ogni tanto, al PESCE PALLA.
Ma, più che a me, somigliano agli : SQUALI.

Claudio Grossi.

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